Ettore Campogalliani

(Monselice, 30 settembre 1903 - Mantova, 3 giugno 1992)

 

Concorso internazionale
“Giovani talenti per la lirica”
Premio Ettore Campogalliani


Diplomato in Pianoforte (Conservatorio di Bologna, 1921), Composizione (Conservatorio di Parma, 1933) e ramo didattico del Canto (Conservatorio di Piacenza, 1940).
Dopo un breve periodo di attività come compositore e concertista si è dedicato alla carriera di insegnante: è stato docente di Pianoforte al Liceo Musicale di Piacenza, di Canto al Conservatorio di Parma e al Conservatorio di Milano, di Tecnica e interpretazione vocale alla Scuola di perfezionamento della Scala.
Nel 1946 fondò l'Accademia Teatrale Francesco Campogalliani, dedicata al padre, che fu burattinaio, drammaturgo e attore.

Tra i suoi allievi: Aldo Protti, Luciano Pavarotti, Renata Tebaldi, Flaviano Labò, Mirella Freni, Ruggero Raimondi, Renata Scotto


Il mio ricordo di Ettore Campogalliani - di Lelio Capilupi  

“Al pianoforte l’orchestra Campogalliani” … ero ragazzino quando sentivo il Presidente del Club Amici della Lirica di Mantova pronunciare questa frase per annunciare che gli artisti sarebbero stati accompagnati al pianoforte da lui, il Maestro!
Entrava con passo deciso e il capo leggermente reclino; talvolta appoggiava furtivamente una mano sulla spalla di un giovane cantante (uno di quei gesti d’incoraggiamento che gli erano familiari) e poi dritto alla tastiera. Il mio sguardo lo aveva seguito dal primo istante in cui era entrato in sala e ancora indugiavo su di lui a romanza iniziata. Durante l’esibizione la mia attenzione era spesso catturata dal modo di accompagnare del Maestro, partecipe e non privo di amabili “cenni” nei confronti del cantante: la mano alzata per rammentare una pausa o un rallentando, il capo improvvisamente eretto per assicurarsi dell’attacco …

Alla fine del concerto, solo alla fine, faticosamente si concedeva al pubblico per riceverne applausi calorosi e affettuosi; sì, anche affettuosi, perché a Mantova Ettore Campogalliani non rappresentava un’Artista irraggiungibile, ma il Maestro al quale chiunque poteva rivolgere la parola nella certezza di essere ascoltato e di ricevere risposta.

Tralasciando di occuparmi delle sue doti artistiche e della sua fama di didatta (superfluo sarebbe da parte mia ricordarne gli alti meriti), desidero soffermarmi sulle doti umane che facevano di Ettore Campogalliani una persona raffinata ed eccezionale.
In primis il suo piacevolissimo discorrere. Ho conosciuto tanti musicisti che, al di fuori del loro “mestiere”, si trovano a disagio nel colloquiare col pubblico. Campogalliani non solo possedeva estrema naturalezza nel comunicare, ma lo faceva con semplicità accattivante, sapientemente punteggiata da arguzia e sempre sottesa da grande signorilità. Se doveva esprimere un giudizio poco gratificante nei confronti di un cantante, di una scelta registica o di uno spettacolo nel suo insieme, lo faceva con tale garbo che nemmeno il diretto interessato si sarebbe risentito; ciò d’altra parte non gli impediva di esprimere chiaramente il suo punto di vista.
La singolare comunicativa di Ettore Campogalliani non si apprezzava solamente in occasione di lezioni o conferenze; un semplice scambio d’idee col Maestro rappresentava una ricchezza per i suoi interlocutori. Se poi le conversazioni si svolgevano in quel “salotto musicale” d’altri tempi in casa della contessa Maria Cantoni Marca, si poteva avere la fortuna, a me capitata, di condividere queste emozioni in compagnia di Gianandrea Gavazzeni, Guido Agosti o Riccardo Bacchelli: momenti magici.

Altra dote di Ettore Campogalliani era la generosità nei confronti di allievi, amici o conoscenti. Vado con la mente al settembre 1983: tenevo il mio primo importante concerto di pianoforte al Palazzo Te della mia città. Il Maestro Campogalliani, da poco rientrato a Mantova proveniente da un impegno in Svizzera, pur stanco del viaggio non volle mancare al mio concerto. A mia insaputa arrivò quando la sala era ormai gremita e i posti a sedere tutti occupati. Terminato il primo brano mi alzai dalla tastiera per ringraziare il pubblico e intravidi il Maestro Campogalliani in piedi, in fondo alla sala: così rimase ad ascoltare tutta la prima parte. Un comportamento nel quale riconobbi amicizia, generosità e umiltà; un gesto che equivaleva a una lezione di vita.
Non mancarono altri episodi in cui Campogalliani sedeva in prima fila al Teatro Bibiena ad ascoltarmi, studente del Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova, in una delle mie prime esibizioni canore o durante la presentazione della mia prima composizione per pianoforte. Indimenticabile l’emozione che provai quando sostenni l’esame di compimento inferiore di Canto ed Ettore Campogalliani era presente come commissario! Gli confessai che dopo il diploma in pianoforte e durante lo studio della composizione avevo intrapreso lo studio del canto con l’intenzione di perfezionarmi nella didattica (in pratica mi accingevo a seguire il suo stesso percorso); “Tu hai anche la voce!” mi disse, accompagnando la frase con un risoluto gesto d’incoraggiamento. Fui onorato quell’anno di ricevere, da parte del Rotary, il “Premio Campogalliani” quale migliore allievo della classe di canto.


Lelio Capilupi ed Ettore Campogalliani
Assisi, 1988

Ricordo ancora quando chiesi al Maestro un’audizione per decidere se tentare o no l’esame d’ammissione al Corso di perfezionamento in Canto da Concerto tenuto dal M° Giorgio Favaretto all’Accademia Chigiana di Siena, poiché avevo intrapreso lo studio del canto da soli due anni. Campogalliani mi fissò un appuntamento. L’emozione era forte nel trovarmi nella sala d’aspetto che precedeva il suo studio. Il Maestro stava terminando una lezione; mi venne incontro la moglie Giuseppina che si intrattenne con fare amabile, interessandosi ai miei progetti. Il mio orecchio però era sempre rivolto allo studio dove si svolgeva la lezione. Ogni volta che il Maestro interrompeva l’allieva il mio battito cardiaco subiva un’accelerazione: ecco, pensavo, ci siamo, ora tocca a me. Finalmente la porta si aprì: “Carissimo, vieni, vieni” mi disse, posandomi la mano sulla spalla. Gli feci ascoltare due brani e al termine ebbi, oltre che preziosi consigli, il suo assenso per la Chigiana. Il suo compenso furono i miei ripetuti ringraziamenti che gli rinnovai fino alla soglia di casa alla quale signorilmente lui stesso mi accompagnò.

Una delle ultime volte che ebbi l’occasione di intrattenermi con Ettore Campogalliani fu nell’estate 1988, in un bar di Assisi: ordinò un rabarbaro, sua moglie Giuseppina mi disse che il Maestro lo gradiva spesso. Al bar anch'io ordino spesso un rabarbaro: un vezzo un po’ ingenuo per richiamare alla mente un Maestro, ma soprattutto un Uomo indimenticabile, nel ricordo del quale, anche durante la stesura di queste righe, a stento trattengo la commozione.
 

Qui la traduzione francese dell'articolo, a cura di Paolo Zedda
(pubblicato su "Le Joiurnal de l'AFPC-EVTA France N°19 - Octobre 2012)

 

L I N K S


Accademia Teatrale Francesco Campogalliani
Fondata nel 1946 su iniziativa di Ettore Campogalliani, che la volle intitolare al padre Francesco, burattinaio di una tradizione che trova radici fin nel secolo XVII.




Ha insegnato la gioia d'amare - di Gabriella Panizza  


Pensieri così



ETTORE CAMPOGALLIANI
Composizioni strumentali e vocali
Compact Disc Ed. BONGIOVANNI  - GB 5050-2

 

 

 

 

 




Francesco ed Ettore Campogalliani  [*]
 

 

 








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foto tratta dalla pagina facebook "Mantova Vecchiotta"



Ettore, Cesare e Francesco Campogalliani. mentre riparano i burattini [*]
 



Ettore Campogalliani con i burattini del padre Francesco [*]

 


 

 

 

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